M. Cecchini

Specialista in Cardiologia Univ. di Pisa – Presidente “CecchiniCuore Onlus”

Per morte improvvisa cardiaca si intende il decesso entro un’ora dall’esordio dei sintomi in un soggetto apparentemente sano o con una cardiopatia che non avrebbe fatto presagire un esito così imprevisto.

Questa sindrome uccide 70.000 italiani l’anno, 200 al giorno, una persona ogni 8 minuti.

Negli ultimi 6 anni sono deceduti in Italia, per morte improvvisa, 592 ragazzi sotto i 18 anni, un decesso ogni tre giorni.

La prevenzione nel senso classico serve purtroppo a poco: se dopo la 5^ decade ovviamente la cardiopatia ischemica è la causa più frequente di aritmie ventricolari maligne, al di sotto dei 30-40 anni sono altre le patologie che aumentano il rischio aritmico: dalla miocardiopatia ipertrofica, alle canalopatie, alla displasia aritmogena del ventricolo destro, agli squilibri elettrolitici, alle miocarditi virali.

La percentuale di sopravvivenza  con le comuni manovre ormai conosciute (massaggio cardiaco e ventilazione bocca a bocca) non supera il 2% nella maggioranza delle statistiche mondiali.

Con l’impiego dei DAE le statistiche di sopravvivenza aumentano drammaticamente (tra il 25 ed il 74%) quando queste macchine vengono impiegate dai passanti, primi testimoni dell’arresto cardiaco .

Benché i numeri che ho riportato siano terrificanti, ben poco è stato fatto nel nostro paese per la diffusione dei defibrillatori semiautomatici pubblici (DAE), se non da associazioni di volontariato, come CecchiniCuore Onlus, nella nostra zona.

I corsi di rianimazione cardiopolmonare e sull’impiego del DAE non sono obbligatori nella Facoltà di Medicina. Ci si puo’ tranquillamente laureare senza averne seguito uno.

Con l’arrivo della Legge Balduzzi, nonostante gli inspiegabili rinvii di anno in anno, i corsi BLSD  sono diventati un business intollerabile in tutta Italia, con costi che vanno dagli 80 a 100 euro a testa, benché l’ultima Legge della Regione Toscana, in ambito di defibrillatori (datata Ottobre 2015, art. 7)  esorti le aziende Ospedaliere e le Unità Sanitarie locali ad organizzare corsi gratuiti.

Per questo motivo alcune associazioni di volontariato ed Onlus, hanno iniziato a condurre campagne capillari di formazione ed informazione sulle manovre di rianimazione ed uso dei DAE (BLSD) in maniera  gratuita e volontaristica.

Logo CecchiniCuore ONLUS

Tra queste, CecchiniCuore a Pisa in otto anni di incessante lavoro è riuscita ad installare 339 DAE pubblici (attraverso donazioni di privati e raccolte fondi personali), a tenere più di 310 corsi BLSD gratuiti nelle scuole, circoli, fabbriche, campi sportivi e anche, occasionalmente, in piazze e strade durante manifestazioni pubbliche, a formare ed informare quasi 8000 persone, tutte gratuitamente.

E’ stato aperto un sito (www.cecchinicuore.org) che tratta di queste tematiche e che ha al momento attuale oltre 500.000 visitatori.

Un lavoro certosino, eseguito da due sole persone, che si sono fatte carico di tutto, compresa l’apertura della prima Scuola Italiana gratuita di Defibrillazione Precoce, nei locali di una vecchia scuola di danza, ad Ospedaletto, assieme alla Assofly Onlus, che si occupa dei diritti dei disabili.

La Scuola è dotata di 10 manichini, 6 simulatori, impianto di proiezione e di amplificazione,  ed un’ampia sala di formazione, totalmente gratuita.

Il format del Corso che teniamo ai cittadini è frutto di 8 anni di evoluzione: far comprendere alle persone come sia facile morire e contemporaneamente come sia facile salvare una persona. Spiegare perché il massaggio cardiaco efficace e continuato sia l’unica possibilità di salvezza in attesa del defibrillatore; di come il massaggio cardiaco sia un massaggio cardiopolmonare e che quindi provveda anche ad una ventilazione polmonare; della inutilità e della dannosità della ventilazione bocca a bocca per i laici, che riduce la sopravvivenza del 30%, sul concetto della lotta contro l’acidosi metabolica che vanifica ogni tentativo di soccorso se non si pratichi un massaggio efficace e senza soste.

Abbiamo, sulla guida della American Heart Association, sgombrato il campo da vecchie concezioni che ritardano e spesso impediscono una precoce rianimazione quali il metodo GAS e la ventilazione bocca a bocca.

I nostri partecipanti ai corsi hanno imparato:

1) a riconoscere l’arresto cardiaco in una persona

2) ad allertare immediatamente il 118, tramite una telefonata efficace ed esaustiva

3) a iniziare immediatamente il massaggio cardiaco, in attesa del DAE e dei soccorsi

4) a impiegare il DAE più precocemente possibile senza attendere l’arrivo dei soccorsi che quasi sempre non hanno la possibilità oggettiva di arrivare in tempo utile

Risultato di questa campagna non è certo solo un numero elevatissimo di macchine salvavita installate e funzionanti, ma fondamentalmente la percentuale di sopravvivenza che abbiamo ottenuto

Su 11 casi di arresto cardiaco nei quali sono stati impiegati i DAE pubblici, ben 8 vite sono state salvate da passanti (né medici né infermieri), con una sopravvivenza pari al 72,7%.

Chiaramente il numero di casi trattati non ci può consentire voli pindarici, ma induce ad una notevole ottimismo e fiducia nella nostra campagna che stiamo portando avanti, in sintonia con i dati di tutto il mondo occidentale.

Questi sono gli obiettivi futuri che ci proponiamo:

– sensibilizzare la classe politica affinché i DAE possano essere impiegati, come in tutto il mondo civile, da chiunque in caso di emergenza, che abbia seguito un corso o meno; questo è già possibile  con le vigenti Leggi attuali (art 54 del C.P. “ stato di necessità”), ma ci stiamo battendo affinché  venga scritto a chiare lettere in calce alla Legge Balduzzi

– riduzione drastica dell’IVA sui Dae, attualmente al 22% , mentre la pasta che mangiamo ha un’IVA del 4%: questo ridurrebbe di molto i prezzi da parte dei privati

– ostacolare ogni ulteriore proroga alla applicazione della Legge Balduzzi che obbliga l’installazione dei DAE in ogni impianto sportivo: dal 1 Gennaio 2015 era già stata rimandata al 1 Gennaio 2016 ed ancora a Luglio 2016, esponendo molte persone al rischio di arresto cardiaco e di conseguente morte per la mancanza di un semplice strumento in grado di salvargli la vita

– sensibilizzare le persone, tutte, a ogni livello di età, condizione sociale e culturale, a considerare il DAE come uno strumento integrante della propria quotidianità, perché solo la familiarità e l’abitudine possono togliere la paura, peraltro infondata, che spesso, nelle persone, si associa all’uso di questo strumento.