Roberto Trivelli
Presidente Commissione dell’Albo degli Odontoiatri di Pisa
Il sistema autorizzativo toscano delle strutture sanitarie è stato recentemente revisionato con la modifica della legge regionale n.51 del 5 agosto 2009 “Norme in materia di qualità e sicurezza delle strutture sanitarie: procedure e requisiti autorizzativi di esercizio e sistemi di accreditamento” e l’approvazione del relativo regolamento di attuazione n.79/R del 17 novembre 2016, in materia di autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie.
Nel nuovo regolamento nel complesso non sono presenti sostanziali modifiche rispetto al passato e restano i criteri di distinzione fra prestazioni invasive e prestazioni a minore invasività. Sulla base di questa distinzione vengono individuati gli studi soggetti ad autorizzazione e quelli soggetti a segnalazione certificata di inizio attività (SCIA).
Ma almeno due novità meritano di essere sottoposte all’attenzione e sono state messe in discussione dalle componenti ordinistiche della Toscana: l’introduzione per gli studi medici e odontoiatrici soggetti a SCIA del defibrillatore semiautomatico sul carrello delle emergenze accanto agli altri presidi indicati e il riferimento nei requisiti autorizzativi per gli studi soggetti ad autorizzazione di una non chiara richiesta della presenza di una unità infermieristica: in alternativa la stessa mansione può essere svolta dall’igienista dentale che notoriamente ha un profilo e mansioni differenti dalla professione di infermiere. In data 2 febbraio 2017 i Presidenti CAO della Toscana hanno riunito la Commissione Regionale licenziando il sottostante documento da sottoporre alla attenzione dell’Assessorato alla Sanità della Regione Toscana e sul quale si è trovata una convergenza con i Presidenti degli Ordini dei Medici delle province toscane sulle criticità presenti in un provvedimento che si rivolge sia a studi medici che odontoiatrici e nel quale tra l’altro è presente una argomentata richiesta di sospensiva riguardo l’obbligo del DAE. Noi crediamo in una progettualità che favorisca una rete pubblica di defibrillatori individuandone il posizionamento strategico soprattutto nei luoghi di aggregazione con a monte corsi di formazione BLSD e campagne di sensibilizzazione per le quali ci rendiamo disponibili. L’obbligo invece in luoghi privati quali gli studi medici e odontoiatrici non supportato da dati epidemiologici e in strutture tra l’altro soggette a vincoli di orario di apertura che non rendono il DAE facilmente fruibile in caso di bisogno, a nostro avviso è di scarsa utilità per la comunità. La Regione Toscana in un incontro con i rappresentanti dell’OMCeO dott. Mirenghi e dott. Peirano del 10 febbraio, ha ritenuto di non accogliere la proposta presente nel documento mantenendo l’obbligatorietà del defibrillatore secondo le indicazioni della LR 51/09. A riguardo l’ANDI Regionale ha previsto un ricorso amministrativo. Seguiremo naturalmente e vi terremo informati sulle valutazioni e sugli sviluppi della questione.