G. Gambaccini, M.P. Virgili, C. Frittelli

C. Rossi, M.R. Maluccio, R. Galli

Area Clinico-Assistenziale Degenza Medica

UOC Neurofisiopatologia Osp. “Lotti” – Pontedera

AUSL5 Pisa

G. Orlandi, A. Chiti

UO Neurologia AOUP

Il Chronic Care Model è un modello di assistenza medica dei pazienti affetti da malattie croniche sviluppato per la prima volta in California (Wagner e coll).

Il modello propone una serie di cambiamenti a livello dei sistemi sanitari utili a favorire il miglioramento della condizione dei malati cronici e suggerisce un approccio proattivo tra il personale sanitario e i pazienti stessi. Questo modello per i pazienti cronici toscani è stato già incluso nel PSR 2008-2010, proprio con l’obiettivo di passare da un modello di “medicina di attesa”, dove il bisogno si trasforma in domanda, a una “Sanità di iniziativa”. Da qui la creazione di percorsi ad hoc per patologie croniche, quali scompenso, diabete, BPCO. Finalità di questo Modello è inoltre quella di integrarlo con “l’organizzazione dell’Ospedale per Intensità di Cure”.

Nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria dell’ictus e nell’ottica della implementazione del  Chronic Care Model, negli ultimi anni è stata potenziata la collaborazione fra ospedale e territorio al fine di migliorare la rete integrata per la gestione del paziente con ictus.

Fondamentale in tale sistema risulta il ruolo del medico di medicina generale (MMG) in termini di educazione a sani stili di vita, quali  attività fisica, corretta alimentazione, prevenzione delle dipendenze (fumo ed alcol), uso corretto dei farmaci ed educazione ambientale. Il MMG è inoltre stimolato, oltre che  ad una adeguata identificazione dei fattori di rischio, a fornire al paziente e ai familiari corrette informazioni sulla conoscenza della malattia con particolare riguardo al pronto riconoscimento dei sintomi di esordio dell’ictus.

Riguardo a quest’ultimo punto la UOC di Neurofisiopatologia dell’Area Clinico-Assistenziale Degenza Medica dell’Ospedale “F. Lotti” di Pontedera, AUSL 5-Pisa, in collaborazione con la UO Neurologia  della AOUP e con la Associazione per la lotta all’ictus cerebrale (ALICE), ha prodotto un documento, sotto forma di opuscolo, a scopo divulgativo, proprio per consentire ai familiari una semplice ma rapida individuazione dei primi sintomi di ictus già al domicilio del paziente.

Tale opuscolo viene distribuito presso l‘Area Medica degli Ospedali di Pontedera e Volterra e presso la UO neurologia della AOUP. Con semplici indicazioni ed immagini sono illustrati i possibili sintomi d’esordio dell’ictus e vengono descritti cenni sulla epidemiologia e sulla prevenzione dello stesso. L’obiettivo principale è quello di fornire una educazione sanitaria finalizzata al precoce riconoscimento dei sintomi dell’accidente cerebrovascolare, anche al fine di un precoce trattamento ospedaliero, in particolare in termini di trombolisi, terapia eseguita in urgenza nell’arco delle prime tre ore dall’esordio dei sintomi nei casi selezionati.

Nell’ambito della prevenzione in termini di stroke si individuano una forma di prevenzione primaria (allo scopo di ridurre l’incidenza di tale patologia) e secondaria al fine di prevenire le recidive dello stesso.

In particolare il Chronic Care Model insiste su alcuni fondamentali punti della prevenzione secondaria dell’ictus.

PREVENZIONE SECONDARIA

Poiché la recidiva di Ictus riduce la probabilità di sopravvivenza e può peggiorare la disabilità preesistente è necessario attuare alcuni fondamentali accorgimenti utili alla prevenzione secondaria, quali, ad esempio, l’individuazione del sottotipo eziopatogenetico di ictus ischemico secondo i criteri TOAST (cardioembolico, aterosclerosi grandi arterie, malattia dei piccoli vasi, altra causa determinata, causa non determinata). Il rischio di recidiva e la prevenzione secondaria sono infatti diversi a seconda del sottotipo.

Per quanto riguarda il trattamento farmacologico appare necessario un  corretto ed omogeneo impiego di antiaggreganti piastrinici (ASA, Associazione ASA– Dipiridamolo, Thienopiridine come Ticlopidina e Clopidogrel) o, quando necessario, di anticoagulanti orali, antipertensivi e ipocolesterolemizzanti.

Necessario inoltre riconoscere e trattare i casi di fibrillazione atriale non valvolare, pervietà forame ovale pervio e della stenosi carotidea sintomatica.

Anche nella prevenzione secondaria di fondamentale importanza risulta il ruolo del MMG, ai fini di una adeguata educazione a sani stili di vita (attività fisica, alimentazione, prevenzione delle dipendenze (fumo ed alcol), uso corretto dei farmaci, educazione sessuale e relazione affettiva, educazione ambientale. Importante anche il ruolo svolto dal MMG nell’informare i pazienti e i familiari sulla conoscenza della malattia e pronto riconoscimento dei sintomi di esordio dell’ictus, nella identificazione di fattori di rischio cerebrovascolari e nella indicazione a eseguire peiodici accertamenti per un adeguato follow up, come esami ematici (colesterolo totale e HDL, trigliceridi, glicemia ed emoglobina glicata, omocisteina, gamma GT) e ecodoppler vasi cerebro afferenti.