Giuseppe Figlini, Direttore Responsabile

Dunque, finalmente, si riparte. Nei suoi pieni poteri l’Esecutivo possiede, ora, le premesse istituzionali per confrontarsi a tutto campo con i problemi del Paese. L’augurio di buon lavoro, quindi, è senz’altro doveroso.

Non abbiamo infatti alcun motivo per dubitare del fattivo impegno che si propone d’infondere al proprio programma. In particolare, alla nuova responsabile del Dicastero della Salute ed i suoi collaboratori va il nostro appoggio, ma anche la nostra sollecitazione. Troppo tempo è trascorso dalla consultazione elettorale. Il messaggio che mandiamo, dunque, vuole essere semplice, quanto chiaro: in questo frattempo le malattie degli italiani non sono andate in ferie. E l’imperativo è uno soltanto: non perdiamo altro tempo, abbiamo già accumulato troppo  ritardo. La legge di Riforma Sanitaria, quanto mai attuale anche dopo 35 anni, si basa su un principio fondamentale: la tutela della salute è un diritto di ogni cittadino ma, insieme, un dovere dello Stato. Ed il Governo, sua espressione esecutiva, deve tener fede al proprio compito.

Attendiamo in sostanza atti innovativi e concreti per le esigenze d’una società che cambia e che necessita di stare al passo con i tempi. A remare però dovremo essere tutti, allo stesso modo, affinchè la barca proceda spedita senza arenarsi sulle pericolose secche della burocrazia. Una rotta non certo facile, comunque senza alternative o tentennamenti. Dal canto nostro, dichiariamo subito e senza paura la massima disponibilità ad un confronto franco ed aperto. Ci attendiamo di conseguenza una rapida convocazione, allo scopo di dar vita ad un lungo e fruttuoso cammino per il bene degli italiani e del nostro Paese. La speranza è d’avere un Governo di lunga durata e di ampio respiro che sappia gestire, nel complesso, anche lo specifico settore della sanità. Soprattutto lì – crediamo per la nostra esperienza accanto al dolore ed alla sofferenza – si valuta  lo spessore d’un organismo politico. Gentile Ministro non ci faccia attendere troppo, ma soprattutto non ci deluda. Tramite noi, glielo chiedono i cittadini.