L. Briscese, T. Bocci, E. Giorli, M. Santin, C. Pecori, S. Tognazzi, F. Sartucci Sez. Dipartimentale Neurologia A.O.U.P.
Si è svolta a Tirrenia, al Grand Hotel Continental, l’undicesima edizione del Corso Residenziale in “Elettroencefalografia e Tecniche Correlate”, promossa dalla SINC (Società Italiana di Neurofisiologia Clinica) in collaborazione con l’AITN (Associazione Italiana Tecnici di Neurofisiopatologia).
L’organizzazione come sempre affidata alla Sezione di Neurologia del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Pisa ha visto come coordinatori locali e responsabili il Prof. Ubaldo Bonuccelli, direttore dell’Unità Operativa di Neurologia ed ordinario di neurologia dell’Ateneo Pisano, e il Prof. Ferdinando Sartucci, presidente del corso di laurea in Tecniche di Neurofisiopatologia all’Università di Pisa e responsabile della Sezione Dipartimentale Neurologia di Cisanello dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
Il corso, di tipo residenziale, a numero chiuso, ha riscosso un grosso successo a testimonianza della validità dell’iniziativa, appuntamento tradizionale della neurologia pisana. Esso si è avvalso del contributo dei più insigni esperti a livello nazionale ed internazionale nel settore dell’elettroencefalografia e delle tecniche ad essa correlate, e ha visto la partecipazione non soltanto degli specialisti in neurofisiopatologia, neurologia, neuropsichiatria infantile, neurochirurgia, anestesia e rianimazione, ma anche di tanti professionisti con conoscenze di base di neurofisiopatologia e che utilizzano, nella pratica quotidiana, tali metodiche strumentali nella diagnosi, nel trattamento e nel recupero dei pazienti con patologie neurologiche sia in condizioni critiche che non, oltre che dei tecnici di neurofisiopatologia.
I temi dell’edizione sono stati: le applicazioni cliniche dell’elettroencefalografia, dei potenziali evocati, dell’elettromiografia, degli ultrasuoni e della magnetoencefalografia, in tutta la diagnostica neurologica ed in particolare in alcune condizioni, quali le urgenze neurologiche, il monitoraggio intra-operatorio, le applicazioni in terapia intensiva, nelle alterazioni degli stati di coscienza, nel dolore neuropatico, nei processi cognitivi ed i rapporti tra neuroimmagini e metodiche elettrofisiologiche, e infine la neuromodulazione.
L’evento si è aperto, dopo i rituali saluti delle autorità e la presentazione del Corso, con una carrellata di interventi di personalità leader quali i professori: Alessandro Rossi, Mario Giovanni Terzano, Giovanni Cioni, e le dott. sse Enrica Bonanni, Ermelinda Bortone, che hanno posto l’accento sull’ utilità attuale dell’esame elettroencefalografico quale insostituibile complemento in un’epoca in cui le tecniche di neuroimaging (TC e RMI) si sono imposte nella pratica medica. Si è iniziato con l’origine fisiologica dei segnali elettroencefalografici fino alla loro analisi ed interpretazione con le nuove metodiche, e si è passati poi alla discussione circa il valore diagnostico e prognostico dell’EEG del neonato, all’utilità dello stesso nelle emergenze neurologiche e al ruolo che esso occupa nella valutazione, associato alla Video-EEG, delle patologie epilettiche e dei disturbi del sonno, oggigiorno sempre più frequenti, anche per le sempre più numerose diagnosi effettuabili rispetto al recente passato. Il corso ha proseguito il suo percorso intensivo con sessioni multiple sugli aspetti tecnico-strumentali della registrazione dei potenziali evocati, acustici, vestibolari, somatosensoriali, visivi e motori, nonché sul ruolo sempre più significativo che tali metodiche vanno acquisendo in condizioni cliniche specifiche, quali il monitoraggio intraoperatorio, gli stati di coma, le urgenze neurologiche.
Fra i punti salienti anche le novità e gli avanzamenti nel campo della Elettromiografia, dell’Elettroneurografia e sulle metodiche ultrasonografiche, sia nell’urgenza neurologica che nella routine.
Di particolare rilievo scientifico, nonché di estremo interesse vista la sempre crescente proposta tecnologica di strumenti e software innovativi, sono stati gli interventi circa le metodiche di neurostimolazione e neuromodulazione, quali la Stimolazione Magnetica Transcranica (TMS) e la Stimolazione Elettrica a Correnti Dirette (tDCS, secondo l’acronimo inglese), di cui hanno fornito ampie argomentazioni rispettivamente Simone Rossi, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Siena, e Alberto Priori, direttore dell’IRCCS Ospedale Maggiore Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena di Milano. Tali tecniche sono usate ampiamente già in diversi paesi esteri e validate nell’uso routinario per il trattamento della depressione, del dolore neuropatico, nella terapia dell’emicrania e nella riabilitazione dei postumi neurologici degli eventi ischemici cerebrali. A differenza della TMS, di cui rappresenta un utilissimo complemento, la tDCS ha un costo dieci volte inferiore, minori, limitati e rarissimi effetti collaterali (transitori episodi di cefalea o fenomeni di arrossamento nelle zone cutanee sedi di applicazione degli elettrodi), un potenziale epilettogeno nullo ed una superiore e più sicura maneggevolezza. Infine, la minore focalità d’azione della tDCS rispetto alla TMS consente di trattare contemporaneamente molteplici aree cerebrali, rivelandosi particolarmente vantaggiosa nella terapia dei pazienti colpiti per esempio da ictus.

Fig. 1: Immagine di apparecchio per stimolazione transcranica con correnti dirette (o transcranial Direct Current Stimulation, tDCS). Si tratta di una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che consiste nell’applicazione sullo scalpo di elettrodi eroganti una corrente continua di bassa intensità non percepibile dal soggetto stimolato.

Fig. 2. Schema di posizionamento degli elettrodi sullo scalpo per effettuazione della tDCS di tipo anodica (A) e catodica (B).
Un altro tema di estrema attualità è stato quello relativo alla rivisitazione delle norme introdotte dal Decreto Ministeriale dell’ 11 aprile 2008 circa le modalità tecniche di accertamento della morte cerebrale, alle quali i diversi relatori hanno cercato di rispondere, nei limiti delle conoscenze attuali, in parte – ma non del tutto – superati grazie alle recenti indagini elettrofisiologiche che stanno cercando di definire sempre più nello specifico concetti alquanto ancora incerti, quali la definizione delle diverse alterazioni degli stati di coscienza, spesso soggetti a discusse interpretazioni da parte di tutta l’opinione pubblica, medica e non medica.
Lo scopo del corso è stato quello di fornire una preparazione di base teorico-pratica ed altamente professionalizzante nell’ambito della Neurofisiopatologia, disciplina in perenne evoluzione ed in cui gli aggiornamenti tecnologici si susseguono vorticosamente, e che, nonostante l’avvento di innovative tecniche di esplorazione del sistema nervoso centrale, quali la tomografia computerizzata, la risonanza magnetica nucleare, la SPECT e la PET, continua a mantenere un ruolo diagnostico insostituibile ed irrinunciabile nell’attività neurologica routinaria.
L’affidamento di questa iniziativa formativa alla scuola pisana, da ormai 11 anni, da parte delle assisi scientifiche neurologiche nazionali, prova la validità e le competenze professionali locali raggiunte nelle diverse branche della neurofisiopatologia clinica da parte degli operatori sanitari, medici e tecnici, del Dipartimento di Neuroscienze dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. Il Comitato scientifico e i massimi rappresentanti della SINC hanno garantito il livello scientifico, culturale ed organizzativo dell’evento fortemente voluto dal prof. Sartucci quale testimonianza indelebile dell’eredità lasciata alle neuroscienze Pisane da Giuseppe Moruzzi, personalità eminente e di riferimento della neurofisiologia internazionale, che proprio a Pisa ha costruito a partire dal 1949, uno degli istituti di ricerca neurofisiologica più importanti al mondo e ha portato a termine, studi pioneristici fondamentali sui meccanismi della vigilanza e del sonno. Alla nostra Scuola si sono formati (oltre agli organizzatori di tale corso), i più grandi maestri nel campo delle neuroscienze pisane, da Pietro Sarteschi a Givanbattista Cassano, a Ottavio Pompeiano, Giovanni Berlucchi e Lamberto Maffei, attuale presidente dell’ Accademia Nazionale dei Lincei e tanti altri illustri nomi sia nazionali che internazionali, la cui omissione è impensabile ma la cui menzione è impossibile negli spazi contenuti di questo articolo.
Caratteristica dell’evento, oltre alla didattica pratica ed alle esercitazioni interattive sotto la supervisione di tutors, sono state le lezioni frontali tenute da illustri ricercatori e da eminenti personalità, leader indiscussi delle neuroscienze, in modo da consentire ai partecipanti una “full immersion” e, al tempo stesso, un rilevante “update” in una disciplina quale la Neurofisiopatologia in perenne evoluzione e di cui gli aggiornamenti tecnologici si susseguono vorticosamente e parallelamente ai progressi informatici.
Dalle considerazioni precedentemente espresse appare evidente che, ad oggi, non esiste una metodica di analisi che, presa singolarmente, sia in grado di fornire informazioni complete ed esaurienti sull’organizzazione funzionale (o sulla disorganizzazione in caso di patologia) del sistema nervoso centrale e periferico. L’unica possibilità di analisi pressoché completa deriverebbe dall’integrazione delle differenti metodiche, le quali, ognuna con i propri vantaggi e i limiti, contribuirebbe a costruire quel difficile ma intrigante puzzle che è la diagnosi delle patologie neurologiche che alterano le reti neuronali encefaliche.
Per le prossime edizioni, la speranza è veder crescere ancora la qualità dell’iniziativa e l’ implementarsi vicendevole di tali innovative metodiche con quelle tradizionali, imprescindibili guida e riferimento, e le neuroimmagini, con conseguenti avanzamenti sulle strategie diagnostiche e terapeutiche attualmente in uso. Ciò sarà possibile solo favorendo ulteriormente l’integrazione multidisciplinare e mantenendo adeguate disponibilità finanziarie.