M. Bertoni, E. Tumino, G. Parisi, S. Metrangolo, M. Bertini, G. Bresci U.O. Gastroenterologia A.O.U.P.
Il sistema Endotics® (ES) è una procedura innovativa con la quale sottoporre i pazienti alla colonscopia, alternativa all’endoscopia tradizionale, rispetto alla quale possiede numerosi vantaggi.
Questa tecnologia “made in Pisa” nasce dalla Scuola Superiore S. Anna ed è stata messa a punto da un’impresa spin-off dell’Università degli Studi in collaborazione con il Polo Scientifico e Tecnologico di Peccioli. E proprio a Pisa, presso la U.O. Gastroenterologia e Malattie del Ricambio è stata raccolta la più ampia casistica per la pubblicazione del primo lavoro di validazione della metodica, vs la colonscopia tradizionale, in termini di sensibilità e specificità per la diagnosi dei polipi del colon.
Nella pubblicazione (“Endotics system vs colonoscopy for the detection of polyps”, World J Gastroenterol 2010 November 21; 16(43): 5452-5456) sono stati arruolati un totale di 71 pazienti (di cui 40 uomini) di età compresa fra 39 e 65 anni, tutti sottoposti in successione ad ES e colonscopia tradizionale da parte dello stesso operatore “esperto” (endoscopic rate di non meno di 500 esami tradizionali eseguiti al momento della partecipazione allo studio). Nel confronto fra le due metodiche si osserva un più frequente e più rapido raggiungimento del ceco con la colonscopia tradizionale (P = 0.03 e P < 0.0001 vs ES per i due obiettivi, rispettivamente) ma con richiesta di assistenza anestesiologica (midazolam e meperidina) in 14 casi di pancolonscopia tradizionale contro nessuno dei casi di ES. Per quanto riguarda l’accuratezza diagnostica delle due metodiche entrambe hanno permesso di rilevare un sostanziale egual numero di polipi del colon (ES 14, coloscopia tradizionale 15) di diametro sovrapponibile (7.64 ± 3.82 mm durante ES, 7.50 ± 3.18 mm nella colonscopia) confermando l’alta specificità e sensibilità della nuova metodica vs il gold standard.

Quali sono i principi di Endotics®? E’ noto a tutti come la Robotica tragga spesso ispirazione dalla dinamica e dalla cinematica delle piante e degli animali: la sonda “e-worm” (il cosiddetto “bruco elettronico”) utilizzata da questo rivoluzionario sistema è stato ideato e sviluppato osservando il movimento dei bruchi geometridi. La sonda robotica si muove quindi a trazione anteriore: lo specialista la guida a distanza con un semplice joystick ma non viene spinta dal medico, si allunga e si accorcia autonomamente, aderendo alla parete intestinale (la fase di allungamento è controllata dall’operatore, mentre la fase di accorciamento è automatica, e inizia premendo l’apposito pulsante sulla consolle di comando). Questo particolare tipo di locomozione le permette di adattare dinamicamente la sua forma alle curve del colon minimizzando le deformazioni innaturali del colon intrinseche nella colonscopia convenzionale. La parte distale della sonda può essere orientata in ogni direzione (180° lungo ogni asse) per facilitarne l’approccio delle curve del colon. Il sistema di orientamento unito alla telecamera CMOS integrata ad alta risoluzione e al sistema a luce fredda permette un’ottima visione frontale e posteriore. Dalla console di comando l’endoscopista può, inoltre, pulire la lente irrigando acqua, scattare foto della mucosa intestinale, insufflare o risucchiare aria; allungare o accorciare, all’occorrenza, la parte centrale della sonda, attivare la fase di estrazione.

Ma perché ideare e realizzare uno strumento simile ad un bruco da utilizzare al posto del tradizionale colonscopio? Per diversi buoni motivi.
ES utilizza una sonda sterile monouso che elimina i rischi di contaminazione incrociata e non necessita di sterilizzazione. L’innovativa sonda semiautonoma prodotta in morbidissimo silicone flessibile si adatta alle curve del colon, riducendo a zero i rischi di perforazione strettamente correlati alle azioni di spinta tipiche dell’avanzamento dei colonscopi convenzionali, che possono ferire e deformare le pareti intestinali durante la procedura, provocando dolore per stiramento dei mesenteri. Per questo motivo non tutti i pazienti tollerano la colonscopia tradizionale e molti di loro necessitano di assistenza anestesiologica o di barrage addominale da parte di altri operatori, il che equivale a maggiore dispendio di risorse, maggiori costi, ma soprattutto maggiori rischi per il paziente e permanenza più lunga in ospedale. Da non sottovalutare infine anche la sicurezza del sistema di guida, basato su tecnologia joystick, che permette all’operatore di assumere una postura corretta durante l’ispezione endoscopica.
La diagnosi con ES è effettuata durante la fase di avanzamento della sonda, ma durante la fase di estrazione l’operatore può eseguire un secondo controllo di verifica. Il dispositivo progredisce ciclicamente per mezzo di delicate azioni di presa: la parte prossimale si aggrappa alle pareti intestinali e il corpo del dispositivo si allunga; quando è completamente allungato, o prima se richiesto, la parte distale si aggrappa al colon; la parte posteriore rilascia la presa ed il corpo si contrae. Il dispositivo è quindi pronto per un nuovo ciclo.
La preparazione per l’esame endoscopico con il nuovo sistema ES è simile a quella per un esame endoscopico tradizionale, in quanto l’intestino deve essere pulito ma, poiché la colonscopia robotica non necessita della somministrazione di anestetici, il paziente è impegnato per il solo tempo fisico dell’esame (al massimo un’ora), e non subisce le limitazioni conseguenti alla sedazione (risveglio di 2-4 ore e divieto di guida per 24 ore).
Al momento la colonscopia robotica non rimpiazza la colonscopia tradizionale, in quanto il sistema Endotics® ha solo proprietà diagnostiche (non consente, contestualmente all’esame endoscopico, di effettuare biopsie, asportazioni di polipi o altro) ma questo ulteriore passo avanti verrà presto realizzato dai bioingegneri e rappresenterà presto uno strumento in più per la prevenzione del tumore del colon.