
Giuseppe Figlini, Direttore Responsabile
Se fino ad oggi per sanità e salute è andata male, il futuro sarà peggiore. Sanità e salute sono infatti due parole sempre più legate tra loro ed ancor più lo diventeranno quando, stante la progressiva crisi economica, si supereranno i limiti della sicurezza per i cittadini.
La sanità è come l’albero e la salute i suoi frutti. Se l’albero è sano, darà senz’altro buoni frutti. Iniziando quindi un nuovo mandato come responsabile dell’Ordine provinciale, vedo situazioni critiche tali da non far presagire nulla di buono per il futuro del nostro Paese.
C’è solo l’imbarazzo della scelta per enumerare problemi ancora irrisolti, come il blocco delle convenzioni fino al 2015, la crescita del numero dei precari fra i colleghi al di sotto dei 40 anni. Situazioni gravi che vanno ad iscriversi – ed è questo, purtroppo, l’ulteriore appesantimento – nel continuo impoverirsi dello stesso Servizio Sanitario Nazionale. Aumenteranno ancora i ticket, rischiano di scomparire i Livelli Essenziali d’Assistenza e quindi il cittadino, guadagnando meno, non potrà più curarsi come invece sarebbe necessario.
Non c’è quindi da stare allegri, perchè chi fosse ottimista si potrebbe compiacere di un eventuale calo ad esempio dell’inflazione. Riflessione amara là dove manca addirittura il lavoro. Noi, dunque, come Ordine c’impegneremo ancor più per fare sentire la nostra voce in tutte le sedi istituzionali. Siamo i medici di fiducia dei cittadini e non tollereremo oltre questa assurda tendenza al massacro.
Al nuovo Governo, in particolare, lo grideremo con forza. La Riforma Sanitaria, nascendo 33 anni fa, introduceva per la prima volta il sacrosanto principio del diritto alla salute. Ma aggiungeva, in particolare, che la sua salvaguardia era, anche, un dovere dello Stato. Noi glielo ricorderemo. E staremo, dunque, a vedere.
