
Giuseppe Figlini, Direttore Responsabile
Il rapporto fra medico e paziente non può essere codificato per legge. Va contro la storia, l’etica, il buon senso e la pragmaticità della tutela della salute. Parole come “non c’è più speranza” non entrano nel nostro vocabolario, perché la speranza è l’ultima a morire anche per noi.
Esprimiamo dunque sorpresa – ed assieme preoccupazione – per la decisione della Corte Costituzionale quando vuole sancire il limite di un intervento medico, uguale per tutti.
Il bello ed il brutto della medicina è quello che ogni caso faccia a sé, dove ogni organismo è diverso dall’altro e quindi dove prioritaria è le necessità di adattare il sapere al singolo individuo.
E veniamo alle assurde incongruenze: recentemente c’è stata la condanna di colleghi che avevano seguito le linee – guida su un paziente cardiopatico e poi dimesso. L’accusa puntava l’indice sulla precocità della dimissione come concausa del decesso.
All’opposto si è invece mossa la Corte Costituzionale: bisogna seguire delle norme generali uguali per tutti, senza derogare verso il singolo caso.
Allora ci chiediamo, sorpresi e preoccupati, a che gioco giochiamo? Qual è il giusto, dove sta l’errore? La riflessione, alla luce di fatti emblematici ma non unici nel rapporto dell’operato medico con leggi e magistratura, è che si voglia calcare la mano sempre e comunque sull’operatore sanitario. Un coro a più voci, contro di noi, confuso e pericoloso. Se, in sostanza, la giustizia vuole essere una ed unica, c’è da chiedersi chi abbia ragione, se da un lato un singolo magistrato oppure, nell’ambito dei suoi poteri, un organismo così importante come la Corte Costituzionale.
Intanto, non va sottaciuto, anche il cittadino è coinvolto in questa dinamica e, di fatto, si viene a minare il rapporto di fiducia fra il curante e la persona che in lui ripone la propria sicurezza. In sostanza, se fra i due si frappone la legge come terza forza decisionista, fin dove giunge la responsabilità oggettiva del medico? Cosa gli si potrebbe imputare poi? Interrogativi etici di cui non sentivamo certo il bisogno. Ma è come creare il classico ufficio complicazioni affari semplici.
Non sempre il mondo va dalla parte giusta.
Che ne dite?