Giuseppe Figlini, Direttore Responsabile

Le tecnologie si dimostrano ogni giorno più importanti per la tutela della salute (dalla Tomografia Assiale Computerizzata, alla Risonanza Nucleare Magnetica, ai robot, ad internet). Ma, alla fine, davanti al malato c’è e ci sarà sempre il medico, cui è demandata la responsabilità della diagnosi e la scelta della terapia.

Nata con l’umanità, la medicina è stata infatti contrassegnata da continue scoperte, innovazioni geniali scaturite dall’intuizione dell’uomo che hanno facilitato il percorso della salute, defilando però lo stesso medico nel rapporto interpersonale con il paziente. La tecnologia, specie nel secolo scorso, ha proporzionalmente vissuto la fase di maggiore sviluppo, dando di contro una forte spallata alla priorità decisionistica del curante. Un prezzo comprensibilmente anche da pagare, ma che non deve in ogni modo cancellare la nostra missione.

Ebbene, senza allora nulla togliere all’importanza ed all’indispensabilità del progresso scientifico, noi oggi riteniamo opportuno concretizzare un richiamo chiaro, affatto ideale, bensì pragmatico, funzionale ed operativo. In sostanza, vogliamo ricordare a tutti che, senza il medico non si fa la medicina, né ora, né mai.

Le innovazioni servono indiscutibilmente ad incrementare le possibilità di successo, però alla fine – a tirare comunque le fila di un importante discorso ovvero a stare dietro quelle macchine – sarà sempre e solo chi abbia la responsabilità morale, oggettiva e reale di tutelare al meglio la salute del proprio paziente.

E’ il messaggio, fra l’altro, che ci tramanda il nostro Giuramento d’Ippocrate. Con orgoglio, lo abbiamo letto in tante occasioni nel corso della vita professionale. Non si tratta soltanto di belle parole. Ed è proprio il momento di ricordarlo, con fermezza, nel suo significato più profondo e sincero, quello che non si cancella mai: quindi ieri, come oggi e domani, noi gli manteniamo e gli manterremo fede.