Giuseppe Figlini, Direttore Responsabile

Cambiano i suonatori, ma la musica rimane purtroppo la stessa. Trentasei anni fa un Ministro della Repubblica ci definì “bramini” ovvero ad indicare, in ottica ovviamente critica, l’appartenenza ad una casta privilegiata. Oggi, un altro Ministro parla di noi chiamandoci “assatanati dei soldi”.

In chiave positiva, visto che non ci suicideremo per questo gratuito appellativo, rispondiamo con il detto, “tanti nemici, tanto onore”. In chiave ironica, ricordiamo che – come lui – viviamo del nostro lavoro. In chiave pratica, non possiamo considerarle se non alla stregua di un’offesa.

D’altra parte il Ministro Brunetta non è nuovo a simili esternazioni. Due anni fa precisò che “negli ospedali, i macellai non sono pochi”. Considerando che, storicamente, discendiamo dai cerusici, in chiave moderna non riteniamo certo offensivo l’accostamento ai macellai, tutt’altro.

Se invece il Ministro cerca  la provocazione con un plateale invito alla sfida, prendendo spunto dal percorso non semplice della informatizzazione, rispondiamo che ha perso un’ottima occasione per tacere. Andiamo avanti per la nostra strada. Non saliamo e non saliremo mai sul ring della politica. Ci proponiamo invece sul piano istituzionale per un rapporto sincero e trasparente con altri, più affidabili interlocutori.

A conti fatti, possiamo fare a meno di confrontarci, aspettando tempi migliori e più opportuni. Accogliamo allora l’invito del Ministro della Salute ad abbassare i toni. Per questo abbiamo scelto un dignitoso e significativo silenzio, forti della nostra lealtà verso le istituzioni ed i cittadini. Ribadiamo quindi il nostro impegno per venire incontro alle esigenze della popolazione attraverso gli strumenti che il progresso tecnologico ci offre, consapevoli di seguire la strada più giusta ed utile.

Occorre però il tempo necessario e non è certo con gli insulti che si curano le malattie.