
Giuseppe Figlini, Direttore Responsabile
I politici facciano i politici, alla salute pensiamo noi. Non è una divisione quella che auspichiamo, ma solo la presa d’atto di percorsi paralleli, dove ciascuno riveste un proprio ruolo.
La sanità ha un costo ed è lo Stato – e per esso il Parlamento – che stabilisce quanto si possa spendere, ma sta alle Istituzioni di settore prendere poi le decisioni in materia di salute pubblica. Il raffronto è forte e calzante. Ci preoccupa infatti – come medici il cui compito è tutelare la salute dei cittadini – che la politica voglia entrare a gamba tesa seminando, per scelte che non ci riguardano, sconcerto e timori. Vediamo cioè vanificato il nostro messaggio, basato su esperienze scientifiche, da un semplice calcolo politico, pericolosamente privo di basi mediche.
La gente, in sostanza, comincia a chiedersi perplessa: chi decide oggi della nostra salute, il medico od il politico? E’ un interrogativo preoccupante che sta prendendo corpo nell’opinione pubblica, indipendentemente dalle idee d’ognuno, perché rischia di cancellare il rapporto di fiducia fra paziente e dottore.
Abbiamo scelto questa missione, perché siamo convinti che la nostra preparazione e quel Giuramento ci consentano di rispondere al meglio alla domanda di salute della popolazione, come dovere morale e professionale. Ora le cose stanno cambiando: ma – in chiave oggettiva – la differenza è sostanziale rispetto ad un non lontano passato. Noi, parlando di medicina e del malato, dobbiamo rispondere ad un codice etico, mentre il politico può giocare a tutto campo senza controllo, facendo leva sull’emotività e la disinformazione.
Intendiamoci, il riferimento non è alle Istituzioni parlamentari. Quelle fanno parte dell’attività legislativa che si muove – ai vari livelli – in un funzionale contesto propositivo e di confronto. Ci rivolgiamo, invece, all’opinionismo di giornata, estemporaneo e mutevole, che proiettato nella quotidianità produce un effetto distruttivo.
Ecco dunque il messaggio: che i politici smettano di giocare sulla pelle della gente. Già ci sono le malattie a creare problemi, non abbiamo certo bisogno che qualcuno si diverta cinicamente a scherzare col fuoco. Davvero qualcuno potrebbe bruciarsi , ma non sarebbe il politico. Lui, il danno l’ha già fatto. Che gli importa cosa succederà?