N. Maccagno
PRESTAZIONI ODONTOIATRICHE GRATUITE E LA LORO GESTIONE CONTABILE E FISCALE.
I CONSIGLI DELL’ESPERTO PER EVITARE QUESTIONI CON IL FISCO E CAPIRE SE LE PRIME VISITE GRATUITE “CONVENGONO”
La sentenza della Corte di Cassazione che ha confermato che un elevato numero di prestazioni gratuite, in rapporto a quelle a pagamento, “sono elementi idonei a far ritenere inattendibile la contabilità e, conseguentemente, a consentire di procedere con l’accertamento induttivo”. Per capire quali sono le conseguenze per lo studio odontoiatrico abbiamo posto alcune domande a Massimo Depedri (nella foto) consulente economico-finanziario e fiscale di aula41.
Come possono difendersi i dentisti da eventuali accertamenti nel caso di controlli da parte dell’Amministrazione Finanziaria? Possiamo identificare due tipologie di prestazioni odontoiatriche gratuite: prestazioni effettuate a favore di parenti e amici del titolare/soci dello Studio; prestazioni effettuate a pazienti diversi dai precedenti, con finalità commerciali/marketing; il tipico esempio è rappresentato dalle prime visite effettuate a nuovi potenziali clienti.In entrambi i casi l’Amministrazione Finanziaria farà sempre riferimento al concetto di “antieconomicità” della prestazione professionale gratuita. Questo significa che se una prestazione professionale comporta il sostenimento di costi rilevanti (in termini di tempo dedicato e di materiali utilizzati) è molto difficile per il professionista sostenere che sia stata effettuata a titolo gratuito. Se nel caso di parenti e amicitale concetto è poco rilevante, non lo è per clienti che non hanno un legame affettivo con l’odontoiatra. Non esiste ad oggi una procedura che protegga il professionista da eventuali accertamenti.In via cautelativa appare utile procedere come segue:ü far sottoscrivere al paziente una dichiarazione dalla quale risulti la gratuità della prestazione;ü nel preventivo specificare il dettaglio delle prestazioni – peraltro obbligatorio per legge – indicando quelle a importo a zero (es. nella voce “prima visita” o “visita di controllo”);ü conservare copia della suddetta documentazione nella cartella clinica.
I costi sostenuti per effettuare prestazioni gratuite sono deducibili? La risposta a questa domanda è strettamente legata a quella precedente. Qualora il numero di prestazioni gratuite effettuate dal professionista risulti essere “congruo”, l’importo delle spese sostenute è considerato interamente deducibile nella determinazione del reddito ai fini delle imposte sui redditi. Quali sono le prestazioni gratuite più diffuse nel settore? Quanto è il mancato incasso per una prima vista gratuita? Un’abitudine molto diffusa negli studi odontoiatrici è quella di effettuare le prime visite senza l’incasso del corrispettivo al termine della prestazione o senza prevederlo nel preventivo dettagliato presentato al paziente. Al di là di considerazioni di natura fiscale e di eventuali accertamenti, ciò che facciamo notare ai titolari degli studi a cui facciamo consulenza – dopo aver effettuato il calcolo del costo delle loro prestazioni – è un mancato incasso ingente a fronte di un tempo di cura dedicato e di spese fisse sostenute (per le assistenti, le attrezzature e tutti gli altri costi di gestione e di struttura).
Per fare un esempio concreto, dalle analisi è risultato che per una visita della durata di 30 minuti – senza considerare lo studio del caso, il tempo dedicato alla stesura e presentazione del preventivo ed il valore della propria professionalità- il costo medio sostenuto da uno studio dentistico è compreso in un range che varia: da 41 a 48 euro (studio con un professionista, due assistenti e un’impiegata amministrativa); da 60 a 67 euro (studio con due professionisti, tre assistenti e un’impiegata amministrativa).