Doady Giugliano, Giornalista

 

Cosa resta dell’originale Giuramento d’Ippocrate?

Le buone intenzioni le abbiamo vissute tutte, nel sentire questa sorta di mantra, declamato all’unisono  dai centotrenta neo iscritti al nostro Ordine durante la Giornata del Medico, celebrata  all’Officine Garibaldi. L’emozione che traspariva dai loro volti, è stata la migliore garanzia per quanti, da subito avranno necessità di rivolgersi alla loro conoscenza che, grazie ai “maestri” di ieri e di oggi, possiamo già definirla CONOSCENZA.  L’esperienza verrà in seguito esattamente come avveniva quando Ippocrate  imponeva ai suoi   allievi di pronunciare davanti ad Apollo, dio della medicina, un giuramento con il quale si impegnavano: “a rispettare i maestri, a insegnare la medicina solo a chi avesse pronunciato lo stesso giuramento e senza ricompensa, a visitare i malati e a prescrivere le cure con l’unico scopo di guarirli e senza mai usare la violenza, a non prescrivere mai farmaci mortali o abortivi, anche se richiesti, a non divulgare mai le cose apprese nell’esercizio dell’arte medica”.  Alcuni di questi principi, e altri più aderenti alle specializzazioni moderne, sono stati poi inseriti in codici internazionali di norme etiche per la professione medica che oggi deve e può ritornare all’indispensabile rapporto MEDICO-PAZIENTE, per far sì che quest’ultimo non si senta semplice  numero di matricola Asl. Una festa che ancora una volta, oltre all’incontro di vecchie e nuove leve, ha visto la fattiva partecipazione di intere famiglie a condividere l’emozione  del proprio figlio, nipote, fratello, parente, mentre assumeva ufficialmente  una così pesante investitura. Già, perché la professione del MEDICO, oggi nonostante il grande supporto di tecnologie e progressi farmacoterapeutici, è tra quelle più irte di inside e pericoli. Soprattutto per l’immagine negativa che certi media, incautamente ed impropriamente, hanno costruito per  alcuni colleghi, colpiti da denunce perché “rei” di chissà quale errore. Immagine mai restituita con la giusta rilevanza, una volta  assolti dall’infamante accusa. Ed è in questa sorta di caccia alle streghe, che sarebbe meglio definire, “CACCIA AL  FACILE COSPICUO RISARCIMENTO FINANZIARIO” che le giovani leve si dovranno “fare le ossa”, forti  però di un’ORDINE PROFESSIONALE, che oltra a tutelare il cittadino paziente ha l’obbligo istituzionale di proteggere e tutelare anche i proprio iscritti.

Il giuramento di Ippocrate

Intervista al presidente dell’Ordine dei Medici ed Odontoiatri, Giuseppe Figlini

Presidente, ha ancora senso ripetere annualmente questa sorta di rituale?

Certamente! Oltre al piacere di ritrovarci, vecchi e nuovi iscritti, di anno in anno quest’evento di fa comprendere il significato della nostra professione. I giovani, ci ricordano, attraverso il “Giuramento d’Ippocrate”, che la nostra è anche e soprattutto una missione. Del resto, a differenza di altri Ordini professionali, la mission che regola il nostro operato è LA TUTELA DEL PAZIENTE.

Ma il rapporto Medico-Cittadino Paziente, secondo lei ha fatto passi avanti o come qualcuno afferma, sta  subendo una sorta di scollamento?

Per ciò che concerne il Medico di Medicina Generale, o come si chiamava un tempo, il Medico di Famiglia,   termine a mio avviso che andrebbe ristabilito, proprio per riattivare quel forte legame caratterizzante la nostra professione, credo che la qualità del rapporto sia demandata al singolo Medico. Certo che, soprattutto alle nuove leve si dovrebbe offrire una formazione atta a comunicare al meglio il proprio lavoro, a stabilire quel contatto empatico che è la base di un indispensabile rapporto fiduciario con il paziente.

Mi sta dicendo che il Medico non ha gli strumenti per poter riscuotere la fiducia del paziente?

Non dico questo, anche se dovremmo distinguere tra Generico e Specialista. Penso che  oggi,  con l’avvento del web, la tipologia del paziente è  cambiata.  Le prime risposte ai propri disturbi si cercano on-line. L’autodiagnosi è quanto di più pericoloso ci possa essere. Se il paziente si convince di  qualcosa che  poi non corrisponde a quanto il suo Medico afferma, ecco che il rapporto fiduciario si incrina o peggio, si perde del tutto.

Come aggirare questo pericolo?

Non è facile ma non impossibile. Come già detto, dovremmo fornire strumenti comportamentali ai neo iscritti, finalizzati ad un primo approccio col paziente. Da parte di quest’ultimo c’è sempre diffidenza  nei confronti di un giovane medico. Poi ritengo essenziale fare squadra. Mi spiego meglio: il nostro Ordine, non può e non deve essere visto dalla popolazione come un’entità astratta, una lobbie racchiusa in una torre d’avorio inaccessibile. Abbiamo l’obbligo ed il dovere di aprirci ai cittadini. E questo lo possiamo fare solo e soltanto usando tutti i mezzi di comunicazione. Il nostro bimestrale, ad esempio è già un primo passo verso il paziente, che lo trova nella sala d’aspetto del proprio medico, o sul web. E’ nostra intenzione, ampliare questa comunicazione, presenziando anche  sui social e anche attraverso programmi televisivi, aperti al pubblico, dove il nostro direttivo possa interloquire con il cittadino. E se non basta, organizzeremo incontri pubblici su varie tematiche di prevenzione e di come  oggi si deve comunicare la SALUTE.

Mi tolga una curiosità.

Come mai, secondo lei, ogni anno le donne medico aumentano esponenzialmente?

E’ un trend inarrestabile,  la professione del Medico, richiede sempre più pazienza e, forse, e aggiungo forse, le donne ne hanno un po’ di più. Certo è che questa situazione andrà governata, soprattutto dal punto di vista degli orari di lavoro. Un Medico donna ha da assolvere ad altri compiti, figli, famiglia etc. E per far quadrare il tutto c’è sicuramente bisogno di ottimizzare il lavoro di tutta la classe medica.