G. Diricatti, M. Santini, E. Orsitto Dipartimento di Emergenza-Accettazione A.O.U.P.
A. Paolicchi SD Anestesia e Terapia del dolore
Nel 2010 è stata promulgata la legge n. 38 concernente le “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” (Gazzetta Ufficiale n. 65 del 19 marzo 2010).
Si tratta di una legge, fortemente innovativa, che per la prima volta garantisce, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza, l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte del malato, al fine di “assicurare il rispetto della dignità e dell’autonomia della persona, il bisogno di salute, la qualità delle cure e la loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze”.
Nell’articolo 7 della suddetta legge si pone l’obbligo di “riportare all’interno della cartella clinica, nelle sezioni medica e infermieristica, in uso presso tutte le strutture sanitarie, le caratteristiche del dolore rilevato e della sua evoluzione nel corso del ricovero, nonché la tecnica antalgica e i farmaci utilizzati, i relativi dosaggi e il risultato antalgico conseguito”. In altre parole, in un solo articolo si concentrano le buone pratiche per una corretta gestione del dolore, in qualunque contesto sanitario, persino in quello complesso come il pronto soccorso e , più in generale, il Dipartimento di Emergenza – Accettazione.

Ispirati da tali principi, al DEA di Pisa cerchiamo di affrontare e gestire il sintomo più frequente (fino al 70% degli accessi in Pronto Soccorso) che spinge le persone a rivolgersi a noi.
Negli anni abbiamo, quindi, cercato di mettere a punto una serie di strategie col fine di gestire al meglio il “dolore inutile”: dolore acuto, dolore cronico riacutizzato, dolore da procedura.
Attraverso la formazione del personale (medici, infermieri ed OSS) abbiamo portato avanti una campagna di sensibilizzazione al tema dolore che ha creato una sinergia tra le figure professionali: l’infermiere e l’OSS si sentono in dovere, non solo di misurare il dolore del paziente, attraverso l’uso di scale adeguate, e di riportarlo al medico che provvede al suo trattamento, ma di iniziare già a trattare il dolore attraverso una presa in carico precoce. E’ così che nasce la PO6, che prevede il trattamento del dolore al triage, direttamente da parte dell’infermiere: attraverso un questionario, il paziente viene considerato idoneo a ricevere un farmaco antidolorifico prima che il medico lo visiti, garantendo, così, la soddisfazione dei bisogni primari e il controllo dell’evoluzione della situazione clinica.
Al DEA di Pisa accedono circa 10000 bambini l’anno; nel 60% dei casi per dolore acuto di qualunque natura; mentre nel 20 – 40% il dolore è provocato dalle procedure, a fini diagnostici o terapeutici, eseguite in DEA.
Diventa, allora, fondamentale pensare ad un percorso per il bambino, che vada dal triage al pronto soccorso, che assicuri il pieno controllo del sintomo dolore.
Dal 2013 il Pronto Soccorso di Pisa aderisce al progetto P.I.P.E.R. (Pain in Pediatric Emergency Room) di cui fanno parte oltre 35 ospedali italiani, sia pediatrici che generali: l’impegno è quello di migliorare la gestione del dolore nei bambini che accedono al Pronto Soccorso, dalla fase di triage alla dimissione; tutto questo attraverso la stesura di raccomandazioni, la realizzazione di materiale divulgativo e la promozione di corsi di formazione locali.
Il DEA di Pisa ha dato il suo contributo partecipando alla stesura di alcune delle raccomandazioni sul trattamento del dolore pediatrico; inoltre, a partire dal 2018, nell’ambito della riorganizzazione del Pronto Soccorso pediatrico, ha iniziato la formazione di medici e specializzandi di pediatria, nonché infermieri pediatrici, per fornire le basi per un adeguato trattamento del dolore in Pronto Soccorso.
Secondo uno dei più noti medici d’urgenza americani, Scott Weingart, il medico d’urgenza “salva vite, talvolta dà una buona morte” volendo sottolineare che anche nel fine vita un medico d’urgenza può fare molto per il paziente e che l’emergenza è “la vita fino alla fine”.
Molto spesso in Pronto Soccorso e, in generale, nel DEA, ci troviamo a gestire le ultime ore di pazienti che, giunti al termine della loro agonia, vedono nel DEA quel posto sicuro dove, per un riflesso etologicamente acquisito, si ripongono tutte le speranze.
Per questo, nel reparto di Medicina d’Urgenza, sono ormai consolidate buone pratiche che garantiscono nel fine vita, attraverso un’integrità e unità di intenti di tutto il personale, una rimodulazione dei piani di lavoro e assistenziali, per assicurare il rispetto della dignità del paziente morente; inoltre è in uso un protocollo di sedazione palliativa terminale, in perfetto accordo con la nuova legge 219/2017, “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”, così “vicina” per contenuti alla legge 38 perché garante dei diritti fondamentali dell’essere umano: libertà, dignità, integrità.
In questi anni di lavoro ci ha sempre accompagnati, consigliati e supportati il professor Domenico Gioffrè, a cui è dedicato questo breve articolo. Purtroppo, l’amico Domenico, il 26 ottobre di quest’anno, dopo una breve malattia, ci ha lasciati.
In prima linea nella lotta al dolore, Domenico Gioffrè, docente di “Bioetica del dolore e delle cure di fine vita presso l’Università di Pisa, direttore del Centro regionale toscano “Contro il dolore inutile” presso l’Azienda Ospedaliera e Universitaria Pisana, si è sempre battuto, sono sue parole, “per ridurre il pesante fardello della sofferenza in chi quotidianamente affronta l’esperienza di malattia”.
Seppure schierato dalla parte di chi, nella relazione di cura, è più debole, Domenico Gioffrè si è sempre posto, nei confronti di noi operatori sanitari, in maniera collaborativa e non accusatoria, riuscendo, così, a dare impulso e a creare una coscienza su un tema che permea il quotidiano di noi professionisti dell’urgenza.
Dalla promulgazione della legge 38 ad oggi, insieme a Domenico Gioffrè, abbiamo ragionato su come applicare al meglio tale legge, giungendo a promuovere una serie di iniziative, in parte descritte nel presente articolo, che dessero una risposta concreta ai bisogni del paziente, nel rispetto della sua dignità e libertà.
Proprio in questi mesi, con l’entusiasmo trasmesso da Domenico Gioffrè, con lui ci accingevamo a ragionare sui contenuti della legge 219/2017, cercando insieme il modo migliore per applicarla e dare la più ampia diffusione al tema del fine vita.
L’unica consolazione alla perdita di una persona cara e preziosa, resta quella di trarre dalla sua umanità e dedizione un esempio per una medicina umanizzata, raccogliendo il testimone della lotta al “dolore inutile”.